domenica 30 ottobre 2011

buone idee dal web

http://unarosaverde.wordpress.com/piazza-pulita/

le cose migliori sono gratis.. e non occupano spazio :)

fiera di me.. ma si'.. :)

ieri sistemavo il bagno, facendo la pulizia settimnale e mi sono trovata a buttare vecchie creme, confezioni vuote di bagnoschiuma e shampoo e altri rimasugli che ingombravano.. a cuor leggero.. senza il solito senso di smarrimento "oddio sto buttando un pezzetto di me. :S" stavolta no.. nulla di quello che uso e' MIO.. mi e' stato utile, ma se ora le reliquie dei passati saponi, ingombrano spazio, e' giusto cestinarle..
 e ogi ho cominciato a  metter da parte vecchie tutine di mia figlia da dare ad altri bimbi piccoli..conservo naturalmenye i primi vetstitini, ma tenere ad occupare spazio tutine da tre mesi consumate, non ha effettivamente senso..

come non voglio diventare..

e ieri ho trovato questa notizia..da brivido..
ma come ci si puo' ridurre cosi per aquistare??

MEGASTORE L' ASSALTO DEI 25 MILA, USATI I BLINDATI

Se Roma si paralizza per telefonini e pc venduti sotto costo


ROMA - Si sapeva da giorni. La campagna pubblicitaria aveva disegnato il «miraggio» di iPhone 4 a 399 euro, iPod Touch a 99 euro, Playstation 3 Slim a 149 euro, Canon Eos 500d più obiettivo a 349 euro. Fino a esaurimento merce. Tutto vero, tutto reale, tutto «senza paragoni», per fare il verso allo storico spot del marchio. Come pure l' assalto di ieri mattina di 25 mila persone al nuovo punto vendita Trony a Ponte Milvio: un intero quadrante di Roma Nord paralizzato, il traffico bloccato, le risse fra clienti ammassati dietro le transenne e sorvegliati da decine di «body guard». Fin dall' alba malori e furbate per passare avanti, dopo che a centinaia avevano dormito nei sacchi a pelo o nei garage del quartiere. Un' inaugurazione-svendita con un' affluenza da stadio che ha messo in crisi la città. Per i romani una nuova giornata di passione in meno di due settimane, dopo quelle degli scontri degli «indignati» e del nubifragio: fra loro moltissimi quelli che non sono riusciti a recarsi al lavoro, ad accompagnare i figli a scuola, a farsi visitare in ospedale. Il Codacons sta raccogliendo le testimonianze di chi ritiene di aver subito danni, lo stesso sta facendo la Federconsumatori, mentre l' AssoconsumatorItalia parla di «schizofrenia». La Trony Roma ha chiesto scusa alla città, dichiarando chiusa la promozione e offrendo un contribuito per gli straordinari dei vigili urbani. Ma oltre alle immagini, postate sul web con critiche e insulti, sono i numeri a raccontare l' assedio al centro commerciale: incasso di oltre 2 milioni e mezzo di euro per 9.500 scontrini emessi (uno su tre ha comprato qualcosa), 8 mila persone in coda fino a mezzogiorno (triplicate prima della chiusura), 28 linee di autobus rallentate, decine di strade chiuse, lungotevere compresi, Raccordo anulare e tangenziale est in tilt. Vietato l' accesso al megastore a bambini e disabili per motivi di sicurezza: decisione che ha fatto infuriare il vicesindaco Sveva Belviso che ha parlato di «atto discriminatorio». A impedire che la situazione degenerasse 250 agenti della municipale, con i blindati di polizia e carabinieri fatti convergere sul centro commerciale quando si è capito che l' inaugurazione si sarebbe trasformata in una ressa. Anche pericolosa dal punto di vista della sicurezza. Non sono mancati i momenti di tensione: un gruppo di persone ha abbattuto le transenne e sfondato una vetrata nel parapiglia scatenato da una lite per accaparrarsi i posti in prima fila. Ma chi c' era? Pochi romani, tanti di fuori città, la maggior parte immigrati, asiatici e nordafricani. Fra loro anche negozianti, ambulanti, persone a caccia dell' affare irripetibile: in comitive compatte, con parenti e amici, si sono divisi gli articoli da comprare, uno a testa per ogni tipo di offerta. Hanno puntato sull' hi-tech, su telefonini, computer, videocamere e videogiochi: dopo 8 ore di fila ce n' era da fare un' altra di quasi due solo per arrivare alle casse. Un sacrificio a quel punto ben accetto. Vuoto o quasi invece il piano inferiore, quello degli elettrodomestici. «Quando mi ricapita! Due al prezzo di uno - gridava felice Hussein reggendo con il cugino due tv al plasma -. Uno lo tengo e l' altro lo rivendo, così il primo è gratis». Il ragionamento non fa una piega e l' hanno fatto anche altri: forse alcuni hanno solo accumulato tecnologia da rivendere al prezzo di mercato. Una giornata di lavoro, in pratica, almeno per loro. E Roma ha pagato ancora una volta. «Era imprevedibile» ha esordito il sindaco Gianni Alemanno che ha poi incaricato l' Avvocatura capitolina «di valutare la possibilità di una richiesta di risarcimento danni nei confronti della città». Per l' assessore al Commercio Davide Bordoni, invece, il megastore «crea nuovi posti di lavoro e rilancia il mercato rionale». Ma l' opposizione è partita di nuovo all' attacco: «Ogni giorno a Roma c' è un imprevisto - ha replicato Marco Miccoli, segretario romano del Pd -. Governare una città significa ridurre gli imprevisti, altrimenti c' è il rischio dell' anarchia». Rinaldo Frignani RIPRODUZIONE RISERVATA **** 28 Le linee autobus rallentate dalla coda di clienti **** 9.500 Gli scontrini emessi: un cliente su tre ha comprato **** 2,5 Milioni di euro: l' incasso record della giornata **** 250 Gli agenti della polizia municipale impegnati ****

fonte http://archiviostorico.corriere.it/
  

venerdì 28 ottobre 2011

lunedi' prossimo si comincia


Ridurre le cose che si possiedono per vivere meglio: tanto semplice a dirsi quanto difficile a farsi. Soprattutto se confrontato alla mentalità imperante che ha ormai metabolizzato il consumo quasi fine a sé stesso (perché “fa girare l’economia”), l’acquisto d’impulso, il ricambio continuo di oggetti e vestiti semi-nuovi solo perché cambiano le mode.

C’è chi ha detto stop. È Dave Bruno, quarantenne californiano, sposato con tre figlie, che ha deciso di praticare il downshifting del possesso e del consumo. È diventato famoso col libro “La sfida delle 100 cose” (edito da Tecniche Nuove) e un blog dove ha lanciato la sua personale rivolta contro il consumismo. Condivisa poi da moltissime altre persone

Come si gioca alla sfida delle 100 cose

Innanzitutto bisogna darsi delle regole. Bruno le elenca nella prima parte del suo libro:

  1. è una sfida personale, non deve coinvolgere altri, nemmeno la famiglia;
  2. bisogna stabilire quali sono le cose “personali”, perché la sfida vale su quelle; non valgono le cose che in casa vengono utilizzate da tutta la famiglia (televisore, divano del salotto ecc.);
  3. si può tenere una scatola di “ricordi” e non conteggiarla;
  4. si può tenere una biblioteca (anche se ha migliaia di libri, vale uno);
  5. alcune cose si possono contare per gruppi (la biancheria intima);
  6. si possono escludere gli attrezzi di uso domestico (metro, cacciavite ecc.);
  7. si può essere tolleranti sui regali che si ricevono durante il periodo della sfida;
  8. se si acquista una cosa nuova, si deve sostituire quella vecchia.

Darsi un orizzonte temporale. E fare la lista

Occorre stabilire se si vuole giocare alla sfida per un mese, sei mesi, un anno o più: e cioè stabilire per quanto tempo si vuol vivere con 100 cose. Bruno ha ideato la sfida nell’estate 2007, l’ha lanciata a novembre 2008 e chiusa un anno dopo.

Occorre fare una lista delle cose che si hanno, seguendo le regole di cui prima, e con cui si intende vivere, o sopravvivere. Si può cominciare da quello che si ha sul comodino (libri, portafogli, occhiali, braccialetti, anelli) o sulla scrivania (computer, cellulare, schedari, vaschette portaoggetti, biglietti da visita), per poi passare al grosso, cioè all’armadio (biancheria, T-shirt e camicie, gonne, pantaloni, giacche e cappotti, sciarpe, cappelli, maglie, maglioni, scarpe e ciabatte, calze). Se poi avete un hobby (modellismo, arrampicata, escursioni subacquee, sci, origami), fate una lista a parte solo per quello.

Aggiornamenti

Per tenere sotto controllo come sta andando la sfida, fate degli aggiornamenti periodici. All’inizio potrebbe essere anche ogni settimana, poi una volta ogni mese o trimestre. È buona cosa farla ai cambi di stagione. Indispensabile farla prima e dopo Natale. Dopo ogni aggiornamento, ponetevi piccoli obiettivi che intendete raggiungere all’aggiornamento successivo.

Se ci sono giornate in cui fate qualcosa di particolare (una visita a un amico lontano, un’escursione, riparare lo scooter in garage o tagliare l’erba), fate attenzione a quante cose vi servono: la volta successiva che vi ricapiterà, potrete fare una mini-sfida nella sfida provando a utilizzare almeno una cosa di meno. Vale anche per il vestiario: pensate a cosa vi serve per vivere una settimana. La settimana successiva cercate di utilizzare almeno una cosa di meno.

Importante: se siete convinti dell’utilità della vostra scelta, non fatevi influenzare dagli altri, in famiglia, in ufficio, a scuola, su Facebook. Possono essere ironici, compassionevoli, scettici, ma alla fine probabilmente vi chiederanno come si fa e come vi siete sentiti a farlo.

Morale

Arrivati alla fine del periodo che avete scelto per la vostra sfida delle 100 cose, fate un bilancio e non solo numerico. Se siete riusciti a vivere con 100 o comunque con meno cose di quelle che credevate fossero indispensabili, avrete avuto successo, e anche risparmiato dei soldi, probabilmente. E avrete sperimentato che possedere e consumare non dà la felicità. Ridurre, rifiutare, riorganizzare forse nemmeno dà la felicità, ma certo insegna che si può vivere altrettanto bene con meno. «Se tutti aderissero alla sfida delle 100 cose e si liberassero dal consumismo, credo fermamente che il risultato sarebbe molto positivo», dice Bruno. Difficile dargli torto.


fonte http://blog.casase.it/2011/01/13/la-sfida-delle-100-cose-un-movimento-che-svuota-la-casa-per-renderci-felici/

il dopo...

http://www.minimoblog.it/2011/10/28/post-decluttering-1/